Shirataki di konjac

Questa non è una ricetta, è solo la condivisione di un’esperienza.

Sempre nella dieta Dukan, si fa spesso riferimento ad un alimento che ha del miracoloso:
il sostituto della pasta, senza carboidrati, senza zuccheri, senza grassi…senza niente!
Si può mangiare in quantità, non fa ingrassare.
Ha mille aspetti positivi: nelle fasi della dieta in cui si devono assumere solo proteine, è l’unica cosa commestibile che ha l’aspetto di spaghetti; già, solo l’aspetto, ma neanche tanto.
Deriva dal konjac, un tubero giapponese, che ha la capacità di consumare completamente tutte le proprie riserve di nutrienti prima di appassire. I giapponesi a questo punto lo essiccano e lo trasformano in farina. Da questa farina ricavano qualcosa simile ai nostri spaghetti o ai noodles di riso orientali, creando gli shirataki; ricchi di una fibra solubile e dal nome inquietante il glucomannano.

Spinto dalla mia personale curiosità e voglia di sperimentare, li ho assaggiati…grave errore.

Gli shirataki di konjac hanno un solo problema, sono orribili.
Viscidi al palato, naturalmente non tengono il sugo, senza sapore e per niente economici.

Dicevano i saggi: “De gustibus non disputandum est”, ma personalmente è stato un esperimento chiave, non mi hanno convinto affatto.

Qui le foto di una carbonara dukan per la fase di attacco (PP)
che non rifarò mai più

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